L’età del Bronzo. La Puglia e il Mediterraneo.

Durante l’età del Bronzo (2000-1000 a.C.) il ruolo della Puglia, al centro del Mediterraneo, è particolarmente importante: la regione è un approdo e una terra di transito per i naviganti micenei, provenienti dal Mediterraneo orientale alla ricerca di beni e materie prime (ad es. metallo o ambra) e di luoghi in cui smistare i propri prodotti artigianali (in particolare la ceramica).

In particolare, tra il 1600 e il 1300 a.C., i Micenei stabiliscono rotte commerciali con varie regioni dell’Italia meridionale (tra cui la Puglia), individuando centri precisi che diventano dei veri e propri empori commerciali.

Si sviluppano numerosi abitati costieri specializzati nei rapporti commerciali, come i siti di Scoglio del Tonno e Porto Perone nel Golfo di Taranto, Roca Vecchia sulla costa adriatica salentina, empori commerciali in stretta relazione con il mondo elladico. Allo stesso tempo, i prodotti realizzati in Puglia iniziano a circolare in tutto il Mediterraneo.

L’età del Bronzo in Puglia.

Nel corso dell’età del Bronzo (2000-1000 a.C.), in Puglia, nell’area costiera e retro-costiera, spesso su promontori adiacenti ad insenature naturali, sorgono abitati di lunga durata, dotati di possenti mura in pietra a secco con funzione difensiva. Grazie ai contatti e agli scambi con il mondo miceneo, i siti costieri si specializzano gradualmente nell’artigianato, arrivando a produrre, nella tarda Età del Bronzo, manufatti in metallo e ceramica lavorata al tornio. In alcuni casi i siti costieri dell’età del Bronzo coincidono con i moderni abitati (ad esempio Trani, Giovinazzo, Bari, Monopoli).

Nella parte interna della regione (meno conosciuta da un punto di vista archeologico), sui pianori e terrazzi della Murgia, si sviluppano abitati di estensione e durata minore che praticano l’agricoltura e l’allevamento e fanno riferimento ai grandi centri costieri per l’acquisizione di prodotti e beni esotici.

Per quanto riguarda l’organizzazione sociale, non sembra che fossero presenti gruppi o famiglie che si distinguevano dagli altri, come è ampiamente attestato invece nei secoli successivi. Le differenze sociali sembrano essere legate al prestigio ottenuto da singoli individui per particolari competenze, come la conoscenza delle tecniche artigianali.

L’artigianato dell’età del Bronzo in Puglia.

Le produzioni artigianali lovali sono documentate soprattutto dalla ceramica d’uso comune, con forme ripetitive (tazze, ciotole, olle, grandi contenitori) generalmente prive di decorazione a superfici di colore bruno. Abbondanti negli abitati, si ritrovano spesso anche nei corredi funerari insieme ad altri oggetti di maggior prestigio come armi e ornamenti. Altre categorie di oggetti o strumenti d’uso o ornamenti sono su osso, corno, denti (spatole, punteruoli, aghi, pettini, bottoni), sono frutto dell’artigianato locale, anche spesso con una lavorazione raffinata, grazie all’introduzione della sega.

Nel corso del II millennio a. C., ed in particolare tra il 1300 e il 1000 a.C., in tutta la Puglia si sviluppa un fiorente artigianato. Con l’uso del tornio e di forni in grado di raggiungere alte temperature gli artigiani si specializzano nella produzione ceramica. È possibile che, in alcuni casi, siano maestranze di origine egea a stabilirsi in Puglia, ma senza dubbio gli artigiani locali apprendono le tecniche per realizzare ceramiche dipinte di tipo miceneo o grandi contenitori per la conservazione di prodotti alimentari.

Grazie alla produzione del bronzo, con la fusione di rame e stagno, vengono realizzate armi di particolare pregio, come spade e pugnali con manici elaborati, in bronzo fuso o rivestiti di cuoio, e strumenti come asce, martelli e scalpelli .

Prevalentemente di importazione, ma non si può escludere in parte anche lavorati sul posto, sono invece i manufatti in materiali vetrosi e in avorio, quest’ultimo proveniente dal Mediterraneo orientale.