Le Specchie.

Il termine specchie, usato anche come toponimo, è utilizzato indifferentemente in Puglia per tutti i cumuli di pietrame delle più svariate origini, antiche e moderne. La tecnica della “specchiatura” è una pratica agricola utilizzata da millenni in Puglia e ovunque ci siano suoli calcarei, che consiste nell’accumulare le pietre asportate dai terreni circostanti per migliorare la lavorabilità del terreno. I cumuli di pietrame sono diffusi in tutta la Puglia e si configurano come piccole colline che caratterizzano un paesaggio tendenzialmente pianeggiante.
In alcuni casi, tuttavia, le specchie “nascondono” delle strutture preistoriche, generalmente tombe.

Le antiche specchie monumentali appartengono a due tipi ben distinti: le piccole specchie, il cui tumulo ha abitualmente un diametro variabile tra i 15 e i 30 metri e un’altezza che non supera i 3 o 4 metri, e le grandi specchie, i cui tumuli raggiungono anche un’altezza di dieci —quindici metri. Mentre le piccole specchie si rinvengono un po’ ovunque, le grandi sono localizzate nel Salento, collocate in pianura o su piccole alture. Sia la destinazione che la cronologia di questi due tipi sembra essere diversa, ma finora pochissimi monumenti sono stati oggetto di scavi sistematici.